Dario Serrentino è cresciuto tra Catania e Bologna: dopo la laurea in Scienze politiche ha deciso di tornare alla terra, in Sicilia, nella campagna dove a inizio Novecento vivevano i suoi bisnonni e lì è diventato vignaiolo. Oggi ha 35 anni e guida un’azienda agricola familiare, Il Mortellito, con terreni in Val di Noto, tra le cittadine di Noto e Pachino (Siracusa), a pochi chilometri dal mare e dalla Riserva naturale di Vendicari. Gli ettari vitati sono 15 su 23 ettari e l’azienda coltiva anche mandorle e olive. Dario Serrentino ha vinificato le sue uve per la prima volta nel 2015 e dall’anno dopo ha iniziato a imbottigliare. Le vigne si trovano a pochissimi chilometri dal mare, su terreni prevalentemente calcarei: questo fa sì che le piante vadano in profondità alla ricerca di umidità, trovando sorgenti di acqua salmastra che determinano la caratteristica salinità dei vini. Partita con 5mila bottiglie, nel 2020 dalla cantina del Mortellito ne sono uscite 50mila. Le etichette sono tre: Calaniuru e Calaiancu prendono il nome dalla calea, uva in siciliano, e dalle parole che indicano il colore rosso e quello bianco. Viaria, invece, è il nome della sottocontrada in cui sta la vigna di Moscato di Noto.